David Ray Griffin (1939-2022)
L’uomo e la sua opera
da Elizabeth Woodworth
1/12/2022
Il gruppo di consensus sur le 11 septembre piange la perdita del suo cofondatore il dott. David Ray Griffin.
Quanto può essere grande una mente?
Se siamo fortunati, abbiamo una settantina di anni – in un mondo enorme, pieno di storia – per fare esperienza di tutto ciò che riusciamo a comprendere.
Settant’anni possono non bastare, ma alcune persone straordinarie riescono a dare un senso compiuto a buona parte di ciò.
E alcune persone ancora più straordinarie riescono a elevarsi al di sopra delle proprie vite per interpretare la creazione e il tessuto dell’universo come aventi un significato coerente attraverso le culture e attraverso i secoli.
David Ray Griffin è stato Professore di Filosofia della Religione e Teologia presso la Claremont School of Theology e la Claremont Graduate University, dal 1973 al 2004. Con il suo superiore, il dottor John Cobb Jr., ha co-fondato il Center for Process Studies nel 1973.
Griffin ha affermato che “il compito di un teologo è guardare il mondo da quella che immagineremmo essere la prospettiva divina, quella che si preoccuperebbe del bene del tutto e amerebbe tutte le parti”.
David non solo era un eccezionale teologo e uno dei due più noti studiosi viventi della “teologia del processo” di Alfred North Whitehead (l’altro era John Cobb): i suoi libri abbracciavano anche i campi correlati del postmodernismo, della teodicea (difesa di Dio contro il male), verità primordiale, panenteismo, naturalismo scientifico, parapsicologia, pensiero buddista e interazione mente-corpo.
Nel periodo in cui andò in pensione, nel 2004, Griffin fu avvicinato da alcune persone che ammiravano il suo candore e gli sottoposero le prove che l’evento dell’11 settembre fosse altamente sospetto.
All’inizio David pensava che l’11 settembre fosse stato semplicemente una reazione al modo in cui l’America aveva trattato il Medio Oriente, ma dopo aver fatto ricerche più approfondite si rese conto che c’era davvero una seria probabilità che gli Stati Uniti avessero escogitato l’11 settembre come un’operazione sotto falsa bandiera, al fine di generare consenso per occupare l’Afghanistan e l’Iraq per il loro petrolio.
Questo senso di ingiustizia ha dato origine ad una ricerca approfondita, da cui è scaturita una dozzina di libri altamente documentati. Questi libri non furono mai riconosciuti dai media, ma diedero inizio ad una dinamica “del gatto e del topo”, nella quale i sostenitori della versione ufficiale continuavano a modificare le loro posizioni pur di andare a coprire i buchi nella versione ufficiale che David man mano andava rivelando.
Il primo e più famoso di questi libri è stato “The New Pearl Harbor: Disturbing Questions about the Bush Administration and 9/11”, pubblicato dalla sua apprezzata casa editrice Interlink nel marzo 2004.
Quel best-seller è stato seguito nel 2005 da una devastante demolizione della Commissione di insabbiamento dell’amministrazione Bush intitolata “The 9/11 Commission Report: Omissions and Distortions”, che ha rivelato 115 problemi all’interno di una “menzogna di 571 pagine”.
In seguito a questi primi lavori sull’11 settembre, David è stato nominato per il Premio Nobel per la pace sia nel 2008 che nel 2009, ed è stato nominato tra “Le 50 persone che contano oggi” dal New Statesman, il 24 settembre 2009.
Nel novembre 2008, il settimo libro di David sull’11 settembre, “The New Pearl Harbor Revisited”, è stato uno dei 51 libri premiati come “scelta della settimana” di quell’anno da Publishers Weekly.
Quello che avvenne in seguito fu straordinario.
Essendo il principale strumento di recensione di libri in lingua inglese, l’attenzione di Publishers Weeklyavrebbe dovuto portare a recensioni sul New York Times, sul Times Literary Supplement, sul Library Journal e su molte altre importanti testate di recensioni, ma nel mondo della narrativa controllato dai media era stato dato l’ordine di non dare risalto ai suoi lavori.
Nel 2011, David ed io abbiamo fondato un’organizzazione chiamata 9/11 Consensus Panel, composta da più di 20 professionisti esperti in vari aspetti degli attacchi dell’11 settembre. Nel 2018, i 51 punti di consenso sviluppati durante questo progetto unico di revisione basato sulle prove sono stati pubblicati con il titolo “9/11 Unmasked: An International Review Panel Investigation” (2018).
Durante quel progetto di sette anni, David ha affrontato la crisi esistenziale del cambiamento climatico, scrivendo il suo riferimento enciclopedico del 2015, “Unprecedented: Can Civilization Survive the CO2 Crisis?” (Ho portato quel libro al vertice sul clima COP21 di Parigi nel 2015 e l’ho presentato lì, facendo seguito a un documentario su YouTube su quell’enorme raduno di umanità [“A Climate Revolution for All: COP21 – An Inside View?” – N. d. A.], il più grande incontro dalla seconda guerra mondiale.)
David ha poi rivolto la sua attenzione all’imperialismo statunitense, scrivendo nel 2016 “Bush e Cheney: come hanno rovinato l’America e il mondo”, e producendo l’incredibile lavoro di borsa di studio, “The American Trajectory: Divine or Demonic, nel 2018”.
David è stato finalmente in grado, nel 2019, di dedicarsi al suo progetto “The Christian Gospel for Americans: A Systematic Theology”. È un’opus magnus di enorme ampiezza e profondità.
In esso, ad esempio, affronta la questione scienza vs religione, mostrando che alcuni scienziati – ex-atei – sono stati sconvolti dall’estensione di rapporti estremamente precisi tra gli elementi chimici della terra che sono necessari per la vita, fino a dire che l’universo era “ottimizzato per la vita”, riflettendo così la presenza di un “ottimo sintonizzatore” (o creatore divino).
Nel 2022, mentre si avvicinava alla fine della sua vita, e dopo una lunga lotta contro il cancro alla prostata, David ha scritto le bellissime e conclusive riflessioni della sua teologia in maturazione, “James e Whitehead sulla vita dopo la morte”.
Nello spirito di James e Whitehead, Griffin spiega che l’universo non è separato da, ma è all’interno di Dio, ed è esso stesso la natura stessa di Dio. Questa visione del mondo in evoluzione richiede una nuova comprensione della realtà divina, il panenteismo, che significa “tutto in Dio”.
I principi causali dell’universo esistono naturalmente, essendo inerenti alla natura delle cose, perché esistono nella natura stessa di Dio.
Questo capitolo sulla natura infinitamente sintonizzata dell’universo per sostenere la vita è un dono commovente.
Ma non aveva ancora finito!
In uscita a marzo 2023, dall’editore Clarity Press, David pubblica “America sul precipizio: come la traiettoria degli Stati Uniti ha portato fatalmente alla guerra Russia-Ucraina”, che è stato completato negli ultimi giorni della sua vita.
In totale David Ray Griffin ha scritto 50 libri e più di 200 saggi. (Una volta gli è stato chiesto se avesse mai avuto un solo pensiero non pubblicato!)
In tutti i suoi libri – e in particolare quelli sull’imperialismo americano – ha letto e citato recenti indagini accademiche delle migliori testate universitarie, scavalcando di fatto la propaganda che si è tramandata per molti anni.
Paul Craig Roberts ha scritto: “David ha servito la verità fino in fondo. È un eroe del nostro tempo”.
Non c’è dubbio che corpus del suo lavoro passerà alla storia per averci regalato alcuni dei pensieri più eleganti a cui il nostro secolo abbia avuto accesso.
E ad un certo punto, il suo resoconto sulle verità storiche soppresse dovrà uscire in piena luce, per consentire ad una civilizzazione basata sulla realtà di avanzare.
Manteniamo viva la sua opera, in modo che i futuri popoli della terra possano ereditare il grande respiro di saggezza che ha lasciato loro: da una teologia di speranza basata sul buon senso, alle denunce della propaganda imperialista e delle operazioni sotto falsa bandiera, fino all’intera estensione della crisi climatica, alla nostra progressiva percezione della natura del divino, all’evidenza che i nostri spiriti sopravviveranno dopo la morte.
David Griffin sta con i grandi, eppure era tranquillo, divertente, con i piedi per terra e senza pretese.
David Griffin è morto. La sua eredità vivrà.
Elizabeth Woodworth
I fondatori del Consensus Panel onorano Shelton Lankford
Il colonnello Shelton F. Lankford è stato per 20 anni nei marines americani, un aviatore con oltre 10.000 ore di volo, e un veterano del Vietnam con oltre 300 missioni di combattimento.
È stato anche il firmatario di una petizione comune che chiedeva una nuova indagine sugli eventi dell’11 settembre 2001, e un membro di “Ufficiali e militari per la verità sull’11 settembre”.
In una lettera spedita al suo giornale locale, a Salisbury, Lankford scriveva:
Nel settembre 2010, i cofondatori del Consensus Panel, David Ray Griffin e Elizabeth Woodworth, hanno lanciato una conferenza stampa simultanea per annunciare la creazione di Actors and Artists for 9/11 Truth [Attori e Artisti per la verità sull’11 settembre], Military Officers for 9/11 Truth [Ufficiali Militari per la verità sull’11 settembre], e Scientists for 9/11 Truth [Scienziati per la verità sull’11 settembre]. Il 9 settembre il signor Lankford ha rappresentato gli ufficiali militari durante l’annuncio della conferenza stampa a New York.
Nel 2011, nuovamente su invito di Griffin e Woodworth, Lankford si è unito al Consensus Panel per sottoporsi al rigido protocollo nel quale i 20 membri lavoravano l’uno all’oscuro dell’altro. Le sue tre partecipazioni all’analisi per i primi 18 punti hanno permesso al comitato di raggiungere il 90% del consenso.
Nell’aprile 2012, dopo una discussione interna sulle prove relative al Pentagono, Lankford è stato convinto a dimettersi dal comitato, una decisione per la quale ha poi espresso pentimento, durante una telefonata ai cofondatori, più tardi in aprile. Ha richiesto che questa sua lucida dichiarazione rimanesse sulle pagine del Consensus Panel:
Tenente Colonnello Shelton F. Lankford, Corpo dei Marines (a riposo).
Riposa in pace Shelton Lankford. Il mondo è più povero senza di te.
David Ray Griffin
Elizabeth Woodworth
Mazzucco introduce il suo video “QUIZ 11 SETTEMBRE” (@IMDb), [1] ripetendo la nota versione ufficiale dei fatti: “19 terroristi islamici, armati di taglierini, hanno dirottato quattro aerei americani, mandandone due a schiantarsi contro le torri gemelle e uno contro il Pentagono, mentre il quarto aereo si è schiantato nellecampagne di Shanksville, in Pensylvania. A causa degli impatti e dei susseguenti incendi le torri gemelle sono poi crollate, causando la morte di quasi tremila persone. Questa è, per grandi linee, la versione ufficiale dei fatti, accettata praticamente da tutti i media mondiali fin da quel giorno.”
Dopodiché Mazzucco domanda: “Ma al di là del resoconto di facciata, quanto ne sapete voi veramente dei fatti dell’11 settembre? Attenzione, non sto parlando di teorie del complotto qui. Sto parlando semplicemente di fatti accertati, documentati e verificabili da chiunque, che in qualche modo sono scomparsi nel grande minestrone della narrativa ufficiale dell’11 settembre.”
Ci viene poi presentata una serie di 23 domande con risposte multiple su ciò che è realmente successo l’11 di settembre. Le risposte, accompagnate dalle prove a loro sostegno, vengono fornite nell’arco dei 37 minuti del video.
Ad esempio, la domanda nove è la seguente: “Quanti sono stati, fra poliziotti, pompieri e soccorritori, ad aver testimonato al New York Times di aver sentito delle esplosioni prima e durante i crolli delle torri gemelle? Nessuno. Uno solo. Circa una dozzina. Più di 100?”
La risposta a questa domanda, che viene fornita nel video, non è mai stata riportata dai media mainstream.
Alla fine delle domande Mazzucco così riassume i risulati:
“Se avete totalizzato meno di 10 risposte giuste, allora purtroppo siete ignoranti in materia. O meglio siete vittime della propaganda mainstream, quella appunto che ci racconta ogni anno la favoletta dei 19 dirottatori armati di taglierini e dei grattacieli in acciaio che crollano a causa del fuoco … A questo punto decidete voi quanto importante sia veramente per ciascuno di noi conoscere a fondo i fatti dell’11 settembre. Siamo sempre in tempo ad istruire le persone meno preparate di noi, visto che giornalisti sull’11 settembre si rifiutano palesemente di fare il loro dovere.”
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Source: | The 9/11 Consensus Panel @consensus911 |
E-mail: | consensus911@gmail.com |
[et “QUIZ 11 SETTEMBRE”, and “9/11 – TAKE THE QUIZ” und “09/11-Quiz (deutsch) von Massimo Mazzucco – Überprüfe Dein Wissen über 09/11” – editor’s note]
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NEW YORK 8 settembre 2017 – Con l’avvicinarsi del 16º anniversario dell’11 settembre 2001, e con la guerra globale al terrorismo che ancora infuria senza controllo, il Consensus Panel prosegue nel suo impegno settennale di offrire una fonte di ricerca basata su prove tangibili per qualunque indagine che voglia essere intrapresa dal pubblico, dai media, dagli accademici, o da qualunque altra entità di ricerca.
Capo quest’anno il Comitato di 23 membri ha pubblicato due nuovi punti di consenso, usando il metodo delle migliori prove per analizzare le dichiarazioni ufficiali sull’11 settembre. Ad oggi il comitato ha analizzato 51 dichiarazioni ufficiali e ha trovato che ciascuna di esse è fondamentalmente errata.
Il primo Punto, “L’affermazione che i dirottatori erano devoti musulmani”, cita molteplici articoli secondo i quali i dirottatori si dilettavano in piaceri decisamente proibiti e non-islamici, incluso la lap-dance nei night-club di Las Vegas.
Il secondo Punto del 2017, “L’affermazione che Mohamed Atta era diventato un fanatico religioso musulmano”, approfondisce la domanda posta da un rappresentante della stampa al membro della commissione 11 settembre Richard Ben-Veniste: “Se è vero che Atta apparteneva ad un gruppo di fondamentalisti islamici, come mai tirava cocaina e frequentava i locali di strip-tease?” Ben-Veniste ha risposto: “Questa è proprio una bella domanda.” Ma è una domanda che la Commissione 11 settembre non ha mai affrontato.
Questi due punti vanno ad aggiungersi alle già abbondanti prove che l’11 settembre, che è stato usato per giustificare l’agenda imperialista in medio oriente, sia stato un inganno colossale: il World Trade Center, il Pentagono, i dirottatori, le telefonate degli aerei, i falsi video delle telecamere di sicurezza, e i movimenti dei più alti comandi politici e militari.
Il membro del Consensus Panel Dr. Niels Harrit, Professore Emeritus di Chimica all’Università di Copenhagen, ha pubblicato oltre 60 ricerche scientificamente verificate sulle più importanti riviste di chimica, e ha fatto oltre 300 conferenze sulle demolizioni del World Trade Center in Danimarca, Svezia, Norvegia, Germania, Olanda, Francia, Svizzera, Spagna, Regno Unito, Canada, Stati Uniti, Cina, Australia, Russia e Islanda.
Frances Shure, una consulente professionista membro del Consensus Panel, è stata intervistata da Progressive Spirit nell’agosto 2017 sullo straordinario meccanismo di diniego che continua a circondare i fatti dell’11 settembre. Il titolo della sua intervista era “Why Do Good People Become Silent – Or Worse – About 9/11? [Perché le persone perbene diventano silenziose – o ancora peggio – sull’11 settembre?]”.
Il dott. Graeme MacQueen, Professore emerito di studi per la pace alla McMaster University, ha pubblicato un recente articolo con un’angolazione completamente diversa: “9/11: The Pentagon’s B-Movie”, che risveglia il senso della orripilante ma ancora nascosta natura di questo inganno di natura globale.
Altri due membri del Consensus Panel, il professore di fisica David Chandler e l’ingegnere Jonathan Cole, mantengono un sito separato nel quale presentano la loro ricerca indipendente, che rimane affiliata ai 2900 membri di Architects and Engineers for 9/11 Truth e a quelli di Scientists for 9/11 Truth.
Il Cofondatore del Consensus Panel, Dott. David Ray Griffin, ha recentemente pubblicato il suo 11º libro di ricerca sull’11 settembre, “Bush and Cheney: How They Ruined America and the World”, forse fino ad oggi il suo bestseller. Qui si può ascoltare l’intervista di David con John Shuck dell’agosto 2017.
Il Consensus Panel desidera ringraziare la sua ottima squadra di traduttori volontari, che continuano a rendere disponibile in modo molto ampio le prove migliori sull’11 settembre in molti altri altre lingue.
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Fonte: | The 9/11 Consensus Panel @consensus911 |
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Con grande tristezza il 9/11 Consensus Panel ha saputo della breve malattia e della morte di uno dei suoi membri onorari più rispettati, il membro laburista del parlamento inglese, onorevole Michael Meacher, che era entrato a far parte del Panel nel settembre 2011.
Il signor Meacher è morto il 21 ottobre, all’età di 75 anni, dopo essere stato parlamentare per l’elettorato di Oldham West and Royton per 45 anni. E’ stato uno dei 36 parlamentari laburisti ad aver nominato Jeremy Corbyn come candidato alla leadership laburista quest’anno.
Il necrologio della BBC ha riportato una valanga di tributi per questa onorevole e dedicata persona, nota per una integrità fuori dal comune.
Il signor Meacher aveva apertamente criticato il fallimento degli Stati Uniti nel prevenire l’11 settembre, cosa che – come dichiarò al Guardian nel settembre 2003 – “offriva una scusa estremamente comoda” per portare l’azione militare in Afghanistan e Iraq, azione che era stata chiaramente pianificata prima dell’11 settembre.
Nel suo primo libro sull’11 settembre, “La nuova Pearl Harbor”, David Ray Griffin (cofondatore del Consensus Panel) aveva dedicato diverse pagine alla controversia scatenata da Meacher del 2003.
Griffin e Meacher si erano conosciuti nel 2005, durante un’intervista per un programma televisivo, e fra una ripresa e l’altra trovarono il tempo per una “breve ma molto amichevole conversazione”.
Nel maggio 2005, Meacher aveva introdotto in Parlamento una proposta sul cambiamento climatico, che chiedeva al proprio governo di impegnarsi ad una riduzione del 3% delle emissioni annuali di CO2.
Il Consensus Panel esprime le sue condoglianze alle molte persone, in Gran Bretagna e nel mondo, che sentiranno la mancanza del contributo attivo, intelligente e costruttivo di questo anziano uomo di Stato.
COMUNICATO STAMPA – Attentati dell’11/9, nuovi elementi rivelano : sapevano prima
NEW YORK 9 settembre 2015 – Quattordici anni dopo gli eventi dell’ 11-9 che hanno cambiato il mondo, nuove prove che contestano la versione ufficiale vengono evidenziate da un comitato di 23 ricercatori ed esperti internazionali.
Oggi’, il “Comitato del Consenso sull’11/9” rende pubblici due nuovi punti di consenso che dimostrano una conoscenza anticipata degli attentati da parte degli organi di governo US.
Il primo punto di consenso tratta di “Able Danger”, il nome in codice per un’operazione di Intelligence di alto livello montata dai generali Hugh Shelton e Peter Schoomaker, comandanti supremi del Dipartimento delle operazioni speciali (SOCOM) della Difesa.
Able Danger aveva scoperto che l’uomo identificato come Mohamed Atta si trovava sul territorio degli Stati-Uniti fin dal gennaio-febbraio 2000, cioe’ 18 mesi prima degli attentati, mentre la versione ufficiale data il suo arrivo al giugno 2000.
Gli ufficiali hanno anche affermato che i servizi segreti non sapevano che Mohamed Atta fosse nel paese prima del 11-9, mentre una ramo essenziale dei servizi segreti statunitensi sapeva perfettamente che era negli USA da gennaio-febbraio 2000.
Malgrado questo, Able Danger e’ stata costantemente ignorata dai responsabili del governo prima degli attentati; la Commissione sul 11-9 non parla di questi elementi nel suo rapporto; e l’Ispettore generale della Difesa ha messo nel cassetto l’intera faccenda.
Louis Freeh, ex-direttore dell’FBI, definisce “stupefacente” l’affermazione della Commissione sul 11-9, la quale aveva definito queste circostanze come “storicamente insignificanti”.
Il secondo punto di consenso evidenzia il fatto che l’attacco contro il Pentagono era atteso in certi ambienti. Diverse esercitazioni militari coinvolgevano aerei che avrebbero dovuto schiantarsi contro il Pentagono, il che mostra che questo tipo di attacco non fosse affatto inatteso.
Inoltre, esistono rapporti pubblicati da diversi giornali, che fanno riferimento a numerose fonti dei servizi di sicurezza che avvertivano alti ufficiali del Pentagono e altri funzionari affinché non volassero esattamente in quel giorno 11 Settembre.
La mattina dell’11-9 il segretario della Difesa Donald Rumsfeld predisse un attacco al Pentagono. Mentre guardava le notizie dei media da New York avrebbe detto: “Credetemi , non è ancora finita. Un altro attacco è in arrivo e potremmo essere noi.”
Nel frattempo, pochi minuti dopo l’attacco e in “condizioni di traffico estremamente congestionate” l’ FBI sarebbe riuscito a confiscare registrazioni delle videocamere di sicurezza di diverse postazioni sovrastanti la sezione del Pentagono appena colpita.
Il corrispondente NBC dal Pentagono, Jim Miklaszewski, era stato avvisato da un ufficiale dei servizi segreti militari che avrebbe detto: “Se fossi in voi starei lontano dall’anello E (quello esterno del Pentagono, in cui si trovava l’ufficio della NBC) per tutto il giorno, perché siamo noi i prossimi.”
Ricordiamo che diversi punti pubblicati in precedenza da “Consensus 9/11” in merito alla conoscenza anticipata degli avvenimenti includono : il crollo del WTC 7, le prove di abuso di informazioni privilegiate, e il ruolo del Vice Presidente Dick Cheney e quello del sindaco di New York, Rudy Giuliani.
Il Comitato utilizza lo stesso metodo usato in medicina per ottenere dichiarazioni di consenso su argomenti specifici partendo dalle migliori prove disponibili. Durante questo procedimento di elaborazione, composto di 3 cicli di revisione e di feedback, gli esperti convenuti sono all’oscuro dei pareri degli altri.
In quattro anni, il Comitato del 9/11 Consensus ha pubblicato un totale di 46 Punti di prova che contraddicono la storia ufficiale.
Fonte: | 9/11 Consensus Panel @consensus911 |
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Recensione scritta da Elizabeth Woodworth, co-fondatrice del consensus911.org, sulla presentazione fatta da Donald E. Stahl alla riunione annuale del MENSA Institute a Louisville nel Kentucky, il 3 luglio 2015
La presentazione di Stahl potrebbe diventare una pietra miliare nella letteratura sull’11 settembre.
Stahl colloca l’11 settembre, “una storia troppo grande per essere indagata”, nell’evoluzione del contesto del “complesso militare industriale” di Eisenhower, che nel frattempo è diventato il complesso militare-industriale-mediatico-accademico: MIMAC.
I media infatti hanno ormai abbandonato da qualche decennio il loro ruolo tradizionale, dimenticandosi di indagare sulle prove dei complotti governativi. E ora gli accademici si sono uniti a loro.
Gli accademici sono rimasti talmente silenziosi sulla questione dell’11 settembre che oggi coloro che vengono etichettati come “complottisti” possono in realtà essere considerati più accademici degli accademici stessi.
Ne consegue che i “complottisti” discutono la questione in abbondanza, mentre i “convenzionalisti” (o “teorici delle coincidenze”) parlano solo di coloro che discutono la questione. In altre parole, “professano un certo credo, dimenticandosi di spiegare il motivo per cui ci credono”. […]
Per quanto sia la versione governativa sia la versione alternativa sottendano ad un complotto, è soltanto la parte che critica il governo ad essere definita “complottista”, come se fosse un reato di opinione che deve essere criminalizzato da parte del governo – come ha suggerito Cass Sunstein.
Come quintessenza della controversia, Stahl identifica la discussione sul fatto che le Torri Gemelle siano state fatte saltare in aria, contrapposta alla versione ufficiale, secondo la quale sarebbero crollate [da sole].
Proprio quando il NIST iniziava le proprie indagini venne emanata una nuova legge (1 ottobre 2002) secondo cui i tabulati e le simulazioni al computer utilizzati nel rapporto NIST potevano rimanere segrete. Il direttore del NIST poteva mantenerle riservate se fosse stata messa a rischio “la sicurezza pubblica”.
Questo nonostante il fatto che l’intento dichiarato del rapporto NIST fosse di studiare “migliorie nel modo in cui gli edifici sono progettati, costruiti, mantenuti e utilizzati”.
Stahl si domanda: “Se le informazioni riguardanti la costruzione di edifici possono mettere a rischio la sicurezza pubblica, come possono mai diventare pericolose restando sconosciute? Perché mantenerne all’oscuro l’intera industria edilizia?”
Le simulazioni segrete al computer, inoltre, hanno rappresentato solo quello che è stato definito, in modo molto ristretto, “la causa iniziale dei crolli”, e non i crolli stessi.
Stahl ridicolizza e definisce “pazzesca” una indagine che analizzi le cause senza studiarne anche gli effetti, e si domanda: “Come puoi determinare la causa di un evento, se non studi l’evento stesso?”
Dopodiché Stahl passa a ragionare seriamente, prendendo in considerazione quello che si è visto succedere: le prove fotografiche dei crolli che il NIST aveva ritenuto così poco importanti.
Le immagini delle esplosioni sono straordinarie. In questo segmento Stahl fa a pezzi l’utilizzo ambiguo da parte del NIST della parola “crollo”- che significa qualcosa che perde integrità al suo interno, si contrae e cade verso il basso – mentre mostra le fotografie dei poderosi getti verso l’alto delle travi d’acciaio e delle coperture di alluminio, con le poderose nuvole di polvere che fanno di tutto meno che contrarsi.
L’ovvietà è sotto i nostri occhi: “I crolli solo verso il basso e all’interno, le esplosioni sono verso l’alto e all’infuori”.
“E’ mai successo qualcosa del genere prima sulla terra?” si domanda Stahl mostrando una delle fotografie. “Un grattacielo si trasforma in una fontana di polvere. Questa polvere non sta coprendo l’edificio che c’è dietro. Quando il vento la porta via, l’edificio non c’è più. La polvere è l’edificio”.
Questa è una dimostrazione lampante di come il NIST abbia mentito in modo spudorato (e stupido). Queste bugie però non possono essere sottoposte ad una indagine giuridica o a una richiesta FOIA. Le parti considerate segrete possono essere rese pubbliche solo per volontà di un’unica persona (il direttore del NIST).
Questo è vergognoso, visto che il NIST non è in alcun modo una agenzia di security. È una agenzia che si occupa degli standard di sicurezza delle strutture pubbliche. I media, esattamente come gli accademici, avrebbero dovuto ribellarsi a questo comportamento ingannevole fin dal primo giorno.
Ma non è troppo tardi. Una convincente e pienamente documentata presentazione alla riunione annuale del MENSA non rappresenta forse un fatto degno di notizia?
Qui la presentazione completa di Stahl al Mensa Institute.
Il lavoro del 911 Consensus Panel disponibile in olandese
26 novembre 2013 — Il 9/11 Consensus Panel e’ lieto di annunciare la messa a disposizione del suo sito Web in olandese, incluso i 37 Punti di consenso elaborati fino ad oggi’.
JFK, 11 Settembre e lo Stato nascosto: le prove concrete nell’era del dopo-Snowden
*** COMUNICATO STAMPA ***
New York, 20 Novembre 2013: Questo anno, 50.mo anniversario del assassinio del Presidente Kennedy, ha visto Edward Snowden e Glenn Greenwald svelare al mondo le attività illegali di spionaggio contro cittadini americani e di Paesi alleati da parte dello “Stato nascosto” degli Stati-Uniti.
Prendere globalmente coscienza di questo vero e proprio “crimine di Stato contro la democrazia” deve portare a cambiare le cose e a riconsiderare sia il passato che il presente.
Per rendere omaggio alla vita di John Fitzgerald Kennedy, il “9/11 Consensus Panel”, il gruppo di verifica sui fatti dell’11 settembre, ha deciso di segnalare un libro di livello scientifico che porta alla luce puntigliosamente l’operazione di copertura compiuta dalla Commissione Warren sull’omicidio di Stato commesso ai danni di JFK.
“JFK and the Unspeakable: Why He Died and Why it Matters” (JFK e l’Indicibile: perché fu ucciso e perché è importante), di James W. Douglass, è – come ha scritto Oliver Stone – “il migliore resoconto che io abbia letto su questa tragedia. Merita l’attenzione di tutti gli americani perché è uno di quei rari libri che ci aiutano a capire la nostra storia e quindi hanno il potere di cambiarla”.
Jim Douglass, il cui lavoro sull’“Unspeakable” ci rivela la mancanza di scrupoli dello Stato nascosto, scrive:
“Dallas ha gettato le basi dell’11 settembre. Capire l’assassinio di Dallas vuol dire capire tutto il resto, compreso il fatto ovvio che i grattacieli non crollano nel modo in cui il governo americano dice che sono crollati. La storia di JFK è lo specchio della verità su cui possiamo vedere il nostro mondo e il modo di cambiarlo”.
Lo studioso del caso Kennedy, Craig Ciccone, fa il paragone tra i due eventi:
“Più mi addentravo nelle ricerche sull’11 settembre e più avevo il voltastomaco. La somiglianza tra i due casi, da come si sono svolti i fatti alle cosiddette ‘inchieste ufficiali’, è impressionante. Come nel caso Kennedy, anche nell’11 settembre le leggi della fisica e dell’aerodinamica sono state disinvoltamente ignorate. Sono state distrutte le prove. Si è tentato continuamente di piegare l’evidenza a una versione dei fatti già pre-confezionata. Si sono avuti palesi conflitti d’interesse nell’ente investigativo. E le testimonianze di chi ha visto e sentito sono state gestite in modo vergognoso.”
Gli studi scientifici del prof. David Ray Griffin hanno dimostrato che, 38 anni dopo Dallas, lo stesso “Stato nascosto” ha attuato l’11 settembre o consentito che si verificasse.
Il rapporto della Commissione sull’11 settembre (definito dal giornale Harper’s un “insabbiamento scandaloso” ai danni della nazione) è un’operazione di copertura che viene sonoramente bocciata dai molti gruppi di verifica formatisi in ambito accademico e scientifico nei campi dell’ingegneria, della fisica e della chimica.
L’anno 2013 vede anche l’uscita dell’esauriente e approfondito documentario di Massimo Mazzucco: “9/11: The New Pearl Harbour”, disponibile anche in Italiano (11 settembre: La Nuova Pearl Harbour), pieno di clamorose testimonianze, che va ad aggiungersi al film in Inglese “Experts Speak Out” (La parola agli esperti), che approfondisce soprattutto gli aspetti tecnico-ingegneristici dell’evento.
Le conclusioni validate dei 23 membri del “9/11 Consensus Panel” (il gruppo di verifica che studia l’11 settembre a livello accademico-scientifico) sono adesso disponibili, oltre che in Inglese, anche in Italiano, Francese, Spagnolo e Olandese.
Fonte: 9/11 Consensus Panel
Contatto: consensus911 (@) gmail.com
In questa trasmissione di 12 minuti su Russia Today, intitolata 9/11 and Operation Gladio (backup), il canale moscovita intervista quattro membri del 9/11 Consensus Panel: il Dr. Daniele Ganser, autore del libro NATO’s Secret Armies, il Dr. Graeme MacQueen, co-editore del Journal of 9/11 Studies, l’ingegnere e ricercatore sull’11/9 Jonathan Cole, ed Elizabeth Woodworth, co-fondatrice con il Dr. David Ray Griffin – ed anche coordinatrice – del 9/11 Consensus Panel.
Russia Today ha mandato in onda la trasmissione ben 5 volte, prima di metterla sul suo sito Web, dove e’ gia’ stata vista da 100 000 persone nelle prime 24 ore.
Il nuovo documentario di Massimo Mazzucco : “11 settembre – La nuova Pearl Harbor”
Il regista Massimo Mazzucco, membro del 9/11 Consensus Panel, pubblica oggi il suo documentario “11 settembre – La nuova Pearl Harbor“. Questo film educativo di quasi 5 ore ha richiesto 3 anni per essere realizzato. Si divide in 7 capitoli, che riassumono 12 anni di dibattito sull’11/9.
Mazzucco scrive: “Nonostante il film sia indirizzato soprattutto ad un pubblico generico, che sa poco o nulla dell’11 settembre, ci sono anche diverse novità che possono interessare i ricercatori più esperti.” Il film, disponibile anche in formato DVD, sarà messo integralmente in rete in 3 lingue diverse (italiano, inglese e francese).
Un indice del contenuto del documentario e’ disponibile sul sito Web di Massimo Mazzucco per facilitarne l’accesso ai diversi capitoli.
In caso di dirottamento, i piloti professionisti sono addestrati a digitare (sqwak in inglese) sul loro transponder il codice universale di dirottamento (7500), per avvertire i controllori della Federal Aviation Agency (aviazione civile) a terra.
Per quanto ci vogliano soltanto 2-3 secondi, il fatto che nessuno degli 8 piloti abbia compiuto questa azione obbligatoria mette in serio dubbio la storia dei dirottatori. Continua a leggere… (in Inglese)
Nuovo membro onorario : l’attore Francese Mathieu Kassovitz
Il 9/11 Consensus Panel e’ lieto di accogliere un nuovo membro onorario :
Mathieu Kassovitz è un regista francese, sceneggiatore, produttore e attore. Il suo lavoro è ben noto sia in Francia che all’estero. Ha vinto numerosi premi per i suoi film, tra cui miglior regista al Festival di Cannes per La Haine, per cui è stato salutato come l’erede di Truffaut. E’ stato nominato come miglior regista per I fiumi di porpora, che ha vinto anche il Gold Start per la miglior regia. Ha vinto tre premi César per la sua maestria nel cinema. Il suo ultimo film è La ribellione. Kassovitz ha sollevato interrogativi alla televisione francese sull’ 11/9 come complotto US.
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